Il Calippo

aprile 1, 2011

Il gelato che legalizzò gli atti osceni in luogo pubblico!

Ok, sarebbe troppo semplice parlare del calippo facendo una successione infinita di allusioni e doppi sensi a sfondo sessuale.

Perciò, essendo il sottoscritto uno sfaticato, vi parlerò del calippo facendo una successione infinita di allusioni e doppi sensi a sfondo sessuale.

Però in più ci metto anche qualche foto provocante!

Trovare materiale sul Calippo è stato più complicato del previsto dato che una ricerca veloce ha fatto uscire circa 2 milioni di risultati dedicati a 2 truzze quindicenni di Ostia che compongono la loro dieta estiva di Calippi e bire.

Il nostro ghiacciolo preferito nasce nei lontani anni 80 per opera della mai troppo rimpianta Eldorado, che come abbiamo visto ha fatto una pessima fine, inizialmente nei soli gusti arancia e limone.

Nonostante la maliziosa forma in realtà il Calippo venne modellato come prototipo delle barre di plutonio usate nei reattori nucleari: per simulare l’effetto fusione a freddo il C. veniva venduto ad una temperatura prossima allo zero assoluto. Maneggiarlo senza appositi guanti comportava la perdita delle mani per ustioni. Alcuni vecchi modelli di centrali nucleari dell’affidabilissima Tepco sono alimentati a Calippi.

Il calippo è indubbiamente il gelato della rivoluzione sessuale: se con i semplici coni e cornetti le allusioni erano velate e a volte forzate ogni C. comportava l’apertura di un set mobile di film porno. Ci si trovò nella condizione inversa, anche chi non voleva provocare mangiando un gelato si ritrovava oggetto di aggressione da parte degli allupati nel raggio di 10 Km. Fu così che videro la luce sette segrete, composte di una persona ciascuna, che degustavano il proprio C. in pace in stanzini bui lontani da sguardi indiscreti.

Se da una parte semplificò l’outing anche di molti omosessuali latenti e non, dall’altra complicò terribilmente le cose agli etero che non riuscivano a rinunciare al richiamo del Calippo.

Perchè il C. era buono, buonissimo, e piuttosto che rinunciarvi assistemmo alla nascita di diverse difficilissime tecniche di assimilazione.

Il primo complicato passo era riuscire a staccare il ghiacciolo dall’involucro di cartone che lo conteneva, svariati i metodi utilizzati:

  • il semplice passare del tempo: si aspettava che il caldo cocente facesse il suo dovere, generalmente si comprava il C. la mattina, dopodichè ci si faceva il bagno, si facevano in serie una partita di beach volley, beach soccer, beach tennis con racchettoni, beach hockey e beach bocce; si prendeva la tintarella fino a cambiare la muta 1-2 volte; nuotata con pinna di squalo sulla schiena fino a spaventare 20 bagnanti; doccia finale. A quel punto il Calippo era pronto e si poteva passare alla fase 2, sempre se si riusciva a evitare la fase 1.5 (vedi dopo).
  • il calore forzato: accendini, fiamme ossidriche, barbecue, falò da campo, scorregge incendiarie, tutto ciò che comportasse una fiamma viva veniva utilizzato per accelerare lo scioglimento del ghiacciolo.
  • la forza bruta: si pestava fortissimo sul bancone del gelataio fino all’arrivo della polizia o all’inizio di una rissa, nel secondo caso il Calippo si dimostrava un’ottima arma di uccisione di massa.
  • la tecnica assassina dello “swirl”: si sfregava il Calippo tra le mani, come quando si tenta di accendere un fuoco alla maniera dei boy scout e si scopre dopo 2 ore che avevamo i fiammiferi in tasca. Tale tecnica diventò ben presto proibita, nell’agosto dell’87 fece più feriti dei botti di dieci capodanni a Napoli. Lo swirl aveva una percentuale di riuscita della fase 1.5 del 100%

Dopo il distacco dal cartone c’era quindi la fase 1.5 che, se gestita con prudenza, poteva essere saltata.

L’impeto e la foga utilizzata per far sciogliere il C. se mal gestiti facevano perdere il controllo del cartone che veniva così spremuto con troppa forza e proiettava il Calippo nella stratosfera, nel parabrezza della macchina più vicina o nella propria retina. Quegli anni videro l’esplosione del look piratesco.

Se arrivati fin qui si era ancora in possesso del contenuto del cartone si procedeva ad affrontare il più grande dilemma: COME mangiare il Calippo. Anche qui le tecniche ninja erano innumerevoli.

  • la leccata: tecnica inutile, la temperatura bassissima produceva lo stesso effetto del simpatico della compagnia che lecca il lampione gelato o il pisello della scultura di ghiaccio al matrimonio della cugina.
  • la succhiata: la più ovvia, spesso usata dalle donne come tecnica di corteggiamento o da maschi che volevano esplorare il loro lato femminile. Generalmente finiva con un’orgia sulla spiaggia che veniva presa d’assalto dalle televisioni locali e ci si rivedeva la sera in tv sul notiziario regionale.
  • il total meltdown: si faceva sciogliere completamente e lo si beveva dal contenitore. Un goccio di rum e una spruzzata di lime trasformava il baretto in un dispenser di Cuba Libre.
  • il rosicchiamento: usato spesso dalle donne unito a occhiataccia incazzosa per spaventare eventuali  spasimanti. Come controindicazione richiamava appassionati del BDSM.
  • il risucchiogranita: tecnica complicatissima, si mordicchiava il Calippo all’interno della confezione schiacciando l’apertura al centro con i denti formando una specie di 8 e risucchiando dai lati di questa figura il ghiacciolo sminuzzato in forma semiliquida.

Io ero un fan di quest’ultimo e mangiare un C. richiedeva dalle 2 alle 3 ore.

Quale che fosse il metodo utilizzato una cosa era certa, alla fine ci si ritrovava con le mani talmente appiccicose che ci si lavava con la colla liquida per migliorare la situazione.

Il C. fu proposto in vari gusti nel corso degli anni ma possiamo affermare senza dubbio, dato che il blog è mio, che il migliore di tutti era e rimane anche oggi quello alla cola.

Ovviamente non mi son dimenticato della variante più importante, quella che rese il Calippo il gelato più importante di tutti i tempi: sto parlando del Calippo Fizz.

Il C. Fizz aveva l’aggiunta di misteriose palline bianche che lo rendevano appunto Fizzante provocando una parata di smorfie assolutamente esilaranti: per riprovare quell’emozione addentate un limone davanti a uno specchio e capirete di che parlo.

Purtroppo pochi anni dopo venne ritirato dal commercio, leggende metropolitane spiegano che ciò fu dovuto alla cancerosità, il che ha un suo perchè se ricordiamo il discorso sul nucleare fatto prima.

Oggi la moderna e perfida Algida produce ancora il C. in gusti e colori che sfiorano la psichedelia degli anni 60 e hanno ormai rimpiazzato le palette degli omini che fanno atterrare gli aerei.

Noto ora che il volgarometro non ha raggiunto il massimo durante questo articolo quindi mi vedo costretto a rimediare, alla prossima!