“Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria!” Paris Hilton mentre consegna il portacipria ai poliziotti.

Da bambino ero un grande ingenuo, non so perchè ma quando guardavo un cartone immaginavo che gli autori fossero bimbi come me e non adulti dall’immaginazione perversa: viste coi nostri occhi innocenti le serie animate non avevano nulla di strano ma se le esaminiamo oggi ci accorgiamo che erano un concentrato di malvagità e deviazione dell’animo umano. Frustrati sceneggiatori infarcivano le storie delle loro più nascoste passioni con l’unico scopo di plagiare le deboli menti dei bambini di tutto il mondo.

Pollon è una delle più grandi mistificazioni di tutti i tempi: Malgioglio che spaccia a Pupo i suoi gargarismi a base di uccelli africani per degustazioni gastronomiche era un principiante a confronto.

Divinità greche?

Ma non scherziamo, l’Olimpo non è altro che una grossa organizzazione criminale e la giovane Pollon tenta di inserirsi nell’ambiente come spacciatrice di stupefacenti: è accompagnata nelle sue avventure dal giovane Eros, un maniaco sessuale che gestisce il racket della prostituzione. Col suo talco che dona l’allegria renderà felici migliaia di persone e scalerà lentamente l’organizzazione capeggiata dal malvagio padrino Zeus.

Ecco, avete assistito alla recensione di Pollon da parte di un addetto alla censura italiano.

In realtà…

Se proprio vogliamo essere pignoli e vedere il male dappertutto possiamo partire dall’autore Hideo Azuma: il manga Olimpos no Polon viene pubblicato tra il 1977 e il 1979 sulla rivista Princess dell’Akita Shoten e qualche anno più tardi viene prodotto l’anime di 46 episodi Ochamegami monogatari korokoro Poron (più o meno La storia della dea pasticciona koro koro Pollon). Azuma avrà una vita piuttosto turbolenta, con grossi problemi di alcool e un tentato suicidio: abbandonate le leggerezze della piccola dea si dedicherà prevalentemente al genere lolicon.

E sentite cosa dice Liliana Sorrentino, la doppiatrice italiana di Pollon, in un’intervista su Hit Parade Italia:

Chiunque abbia visto anche un solo passaggio televisivo, non potrà non ricordare la celebre filastrocca del talco, il quale, offerto a qualche triste personaggio sventurato serve a ..dargli l’allegria. Ebbene, nella versione originaria la polverina tanto osannata come miracolosa, è nient’altro che una nota droga, polverizzata in piccole dosi. Il malizioso ideatore della serie aveva provocatoriamente attribuito a questo noto stupefacente il potere di dare vigore alle creature “scoraggiate” della serie. In terra nostrana, tuttavia, la produzione nipponica era destinata a ben altra fascia di spettatori. Sarebbe stato quanto meno inopportuno, se non anti-educativo, lasciare che gli intenti originari permanessero sulla Tv destinata ai ragazzi degli anni 80.


Bene, dopo aver risvegliato il bimbo che è in voi e averlo barbaramente ucciso con queste ultime informazioni possiamo inziare a parlare della nostra combinaguai preferita, la piccola Pollon!

Secondo il mio modesto parere Pollon è uno degli anime più famosi, importanti e ricordati degli anni 80 e i motivi sono tanti: prima di tutto ebbe il pregio di raccontare (con mooooolte licenze artistiche) la mitologia greca in modo allegro e scanzonato e lasciando le redini della narrazione ad un personaggio totalmente inventato come Pollon.

Gli amanti della classicità storceranno chiaramente il naso, i temi e i personaggi sono trattati in maniera decisamente demenziale perdendo quel rigore e quella serietà propri dell’opera originale ma nonostante ciò mi avvicinai alla vera mitologia greca proprio spinto dalla curiosità che quel mondo fantastico fatto di creature mostruose e divinità onnipotenti mi aveva instillato. Credo che in molti abbiano fatto lo stesso.

In Italia siamo stati particolarmente fortunati perchè abbiamo potuto godere di due elementi fondamentali per il successo della serie: prima di tutto l’incredibile doppiaggio. Sfido chiunque abbia visto Pollon da bambino a non ricordarsi l’esatta impostazione della voce dei personaggi più famosi: la stridula Pollon, il gracchiante Eros o lo scorbutico Zeus. Leggendo varie interviste ho poi scoperto che molte cose della versione italiana sono “nostre” invenzioni, totalmente assenti dalla versione originale: i vari papino, pennuto, poppante… sono tutti termini ideati di sana pianta dai nostri doppiatori. E bisogna ammettere che senza questa parlata la serie perderebbe molto del suo fascino.

E poi la sigla: gli anni 80 in Italia sono stati particolarmente famosi sotto questo aspetto e Pollon sta tra i gradini più alti. Cantata dal sogno erotico di ogni bambino, Cristina D’Avena, è rimasta in testa a chiunque l’abbia ascoltata almeno una volta. Se invece non l’avete mai sentita provate vergogna di voi stessi e rimediate subito.

Qui la versione televisiva

e qui quella integrale

Grazie a questi fattori la serie ebbe un riscontro fortissimo in Italia e siamo forse il paese nel quale la serie ha avuto più successo in assoluto (esclusa la patria ovviamente).

La serie era assolutamente esilarante grazie all’utilizzo di certi trucchetti narrativi: prima di tutto era un miscuglio totale di culture. Nonostante l’ambientazione fosse quella della mitologia greca ci trovavamo spesso a incursioni nel mondo moderno o nella tradizione giapponese (Pollon che dorme nel futon ad esempio).

Inoltre la caratterizzazione dei personaggi, macchiette parodiate delle divinità originali con risultati a volte totalmente esasperati: fare di Poseidone, colui che governa il mare, un dio che non sa nuotare o Eros, il dio dell’amore, brutto e schifato dalle donne sono tocchi di classe che rendono la serie uno spasso.

Tutte le più famose storie e leggende del mito sono presenti: dal minotauro a Icaro, da Pegaso ad Aracne, tutte raccontate con leggerezza, senza l’originale violenza e con un’immancabile lieto fine che a volte diventa forse troppo sdolcinato.

La storia si può dividere in due grandi tronconi, nella prima Pollon cerca di diventare una dea e nella seconda…beh, è diventata una dea 😐

Il progresso di Pollon viene mostrato mediante un salvadanaio a forma di trono che diventa più grande ad ogni monetina che Zeus le regala, monetine che sono il premio per le sue buone azioni. La seconda parte è in realtà molto meno divertente ma merita comunque la visione.

In Italia la Yamato Video ha rilasciato una bella versione in due box che contiene sia l’audio italiano che quello originale.

Mentre vado ad investigare sulla filastrocca nella versione giapponese vi lascio con l’irritante provino di Pollon a X-Factor!